Le comunità ucraine di Roma hanno partecipato alla preghiera dell’Angelus con Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

 L’ultima domenica di settembre, la Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. In questa occasione, domenica 26 settembre 2021, migranti e rifugiati, nonché rappresentanti di organizzazioni e comunità che li aiutano, sono venuti in Piazza San Pietro in Vaticano. Il tema di quest’anno per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato era "Verso un "noi" sempre più grande". Guidati dal Direttore dell’Ufficio Migrantes dell’Esarcato Apostolico in Italia, il Rev. Don Marco Semehen, si sono uniti alla preghiera anche i migranti ucraini, tra cui i fedeli della Basilica Minore di Santa Sofia, della Cattedrale dei Santi Martiri Sergio e Bacco con l’Icona della Beata Vergine di Zhyrovytsia, della Chiesa di Cristo Re dei Padri Basiliani insieme ai loro padri spirituali.

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"Questa Giornata nella Chiesa Cattolica è speciale ed è sempre accompagnata da messaggi significativi del Santo Padre. Essa è finalizzata anche ad attirare l’attenzione di tutti, specialmente dei potenti di questo mondo, sui temi delle migrazioni e dei rifugiati. Il Papa esprime anche il suo sostegno a quanti sono rimasti senza casa, a coloro che sono costretti a emigrare per la mancanza di stabilità nel loro Paese" - dice Don Marco Semehen, Direttore del Dipartimento Migrantes dell’Esarcato Apostolico per i cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia.

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Sempre Don Marco ha sottolineato la catechesi speciale del Papa in questa giornata e ha rivolto particolare attenzione alla presenza delle comunità etniche in Piazza San Pietro: “Questo è un segno dell’attenzione alla nostra vita. Mi ha molto colpito questa predica, soprattutto il commento al brano domenicale del Vangelo di Marco, dove esorta le comunità a non chiudersi in se stesse. Probabilmente esiste una tale tendenza. Il Papa esorta, sull’esempio degli apostoli, a non essere introversi, a non respingere chi non è con noi, perché le comunità dei migranti, numerose a Roma, escano dal proprio esclusivismo, scambiandosi doni che aiutino a costruire un “noi” comune e il nostro modo di vivere in Europa per una società migliore”.

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Con un ulteriore commento Don Marco ha anche detto che la Chiesa Cattolica in Italia serve i migranti attraverso fondazioni come Migrantes e Caritas. Innanzitutto, la Fondazione cattolica Migrantes fornisce un supporto pastorale affinché i migranti che vengono qui possano non solo trovare lavoro, ma abbiano anche l’opportunità di trovare il loro percorso spirituale all’estero. Migrantes sta lavorando per sostenere una politica migratoria, concedendo cittadinanza e diritti ai membri delle diverse etnie, perché i migranti in Italia non si sentano abbandonati, ma possano integrarsi con la nuova società in cui si sono venuti a trovare.

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Servizio Stampa della Basilica minore di Santa Sofia