Bologna, pellegrinaggio ecumenico per la pace in Ucraina

Domenica il 13 marzo, una lampada, alimentata con l’olio di ortodossi, cattolici latini e greco-cattolici; ucraini, italiani, russi, moldavi, romeni, polacchi: un solo popolo che risale quello che è stato definito il cordone ombelicale di Bologna, il legame che tiene unita la città alla Madre del Signore. Un pomeriggio intenso di preghiere pronunciate con gli accenti e le mille sfumature delle lingue slave e neolatine che si fondono in un anticipo di Pentecoste.  Il pensiero corre alle città ucraine sotto assedio, corre ai bambini costretti a fuggire dalle loro abitazioni e dalla loro vita quotidiana. 




La preghiera è per migliaia e migliaia di famiglie costrette in molti casi ad un abbraccio frettoloso per congedarsi da nonni, mariti, giovani figli appena maggiorenni ai quali dire un “addio” colmo di incognite. Chi sale a piedi il colle della Guardia crede nella forza della preghiera; ha fiducia nella protezione della Madre di Dio. In prima fila, seguendo la Croce il Cardinale Zuppi, il Vescovo ortodosso Ambrozie, padre Mykhaylo Boyko della comunità ucraina e Protopresbitero del Distretto Pastorale di Firenze-Bologna dell'Esarcato Apostolico. Dietro di loro tanti altri preti e membri delle parrocchie e delle comunità Migrantes che si sentono profondamente colpiti dal dramma ucraino. 

Moldavi, polacchi, romeni sono qui non solo per chiedere che sia scongiurata la stessa sorte per i loro paesi, ma anche perché le loro frontiere con l’Ucraina sono la via di fuga di tante persone bisognose di aiuto. Mentre la processione sale lenta il portico di San Luca, continuano ad arrivare profughi in Italia. Quasi quarantamila, per metà minori. Milano, Roma, Napoli e Bologna sono le mete privilegiate di questi arrivi. Molte di queste mamme hanno parenti che lavorano qui, hanno un indirizzo in tasca. Moltissimi sono accolti nelle strutture predisposte dalle Prefetture. La rete delle parrocchie, le Caritas diocesane e parrocchiali, i Comuni, insieme alle Comunità greco-cattoliche e ortodosse e alle Associazioni degli Immigrati si scambiano costantemente informazioni sugli arrivi e sulle necessità alle quali fare fronte. 

Tante le scuole bolognesi, comprese le scuole paritarie cattoliche accolgono alunni che entrano timidi in aule che assomigliano tanto alle loro, ma nelle quali si parla una lingua incomprensibile. Sono i mille pensieri che tutti hanno nel cuore mentre la Madonna di San Luca si affaccia dalla loggia centrale del Santuario. Il giallo del grano e l’azzurro del cielo sono i colori della grande bandiera ucraina, colori di pace e di speranza. Terminata la preghiera, gli animi si sentono rasserenati. La comunità ortodossa offre un ristoro. Oggi avvertiamo quanto sia stato importante in questi anni costruire rapporti di amicizia, frequentarsi, chiamarsi per nome. Non siete soli. Non siamo soli.
 
Comunicato da: Rev. Don Juan Andres Caniato, Ufficio "Migrantes" Arcidiocesi di Bologna