Il Padre Protosincello a Modena: "Da veri discepoli di Cristo, dobbiamo prestare attenzione al dolore del prossimo"

Domenica 23 ottobre ha avuto luogo la visita del Protosincello dell'Esarcato Apostolico, Rev. P. Teodosio R. Hren, OSBM, alla comunità ucraina di Modena, della quale il ministero pastorale per i fedeli è svolto dal Rev. Don Taras Galavay.

La visita alla comunità ucraina è stata un'occasione per una migliore conoscenza, una comunicazione reciproca con i fedeli, nonché un’opportunità per servirli con il Sacramento della Confessione e due Divine Liturgie, celebrate da p. Teodosio.

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Durante un’omelia basata sul brano evangelico della risurrezione del figlio della vedova di Nain, toccando il tema della guerra in Ucraina, p. Teodosio ha osservato: ”Quante donne ucraine sono ora come la povera donna di Nain che ha seppellito suo marito e oggi seppellisce suo figlio? Che ingiustizia quando i genitori sono costretti a seppellire i loro figli…! Purtroppo, oggi vediamo così spesso questo tragico quadro nella nostra terra ucraina. Ma Gesù Cristo, passando davanti al triste corteo funebre, si ferma e tocca la tomba su cui giaceva il giovane”.

Secondo il sacerdote, con ciò l'evangelista Luca indica che il Signore non passa mai oltre difronte al dolore di una persona sofferente, si ferma sempre, non separando nessuno tra ”i suoi e gli estranei”. ”Gesù non ha conosciuto questa vedova, non è venuta dal suo seguito, che lo ha accompagnato per ascoltare la sua parola, ma questo non impedisce a Cristo di fermarsi a confortare questa persona. L'apostolo Luca ci ricorda che il Signore è sempre al nostro fianco nel dolore, e quindi, per quanto forte sia il dolore, possiamo e dobbiamo contare sull'aiuto del Signore, sul fatto che ci toccherà per alleviare la nostra sofferenza”.

Il Padre Protosincello ha osservato che l'esperienza della misericordia di Dio non deve rinchiuderci in noi stessi, ma incoraggiarci a imitare il Signore: ”Per noi cristiani, l'esempio di Gesù deve diventare un modello di comportamento verso gli altri: non possiamo essere insensibili al loro dolore. Seguendo il Salvatore, dobbiamo spesso fermarci e, da veri discepoli di Cristo, prestare attenzione al dolore del prossimo, aiutando ad alleviare la sua sofferenza”.

Padre Teodosio ha presentato un altro parallelo che sorge quando si pensa a questo brano evangelico: ”Spesso anche noi cristiani di oggi siamo morti, in particolare a causa dei nostri peccati, delle cattive inclinazioni e abitudini. Nonostante questo, siamo costantemente toccati da Gesù Cristo, attraverso le preghiere dei nostri cari, attraverso la Confessione sincera, l'Eucaristia. Il tocco di Gesù al nostro ”intimo” morto dà speranza che risorgeremo e ci alzeremo spiritualmente. Tuttavia, a volte osserviamo con tristezza come nella vita dei cristiani che hanno sperimentato un tale tocco di Gesù, dopo la Confessione, dopo aver ricevuto l'Eucaristia, non avvengono cambiamenti, rimangono come erano prima”.

”Pertanto, dovremmo chiederci costantemente: questo tocco di Cristo, che abbiamo sperimentato nella chiesa, in comunicazione con un sacerdote o amici, ci ha cambiato, ci ha ravvivato e ci ha risuscitato da uno stato peccaminoso? Testimoniare l'azione di Gesù, il suo tocco su di noi, non può lasciarci passivi, ma deve diventare uno slancio per la nostra cooperazione con la grazia di Dio per un cambiamento sempre più evidente nella nostra vita cristiana” ha concluso p. Teodosio.

Ufficio per le Comunicazioni dell'Esarcato Apostolico