Il 27 novembre, con la benedizione del Vescovo Dionisio Lachovicz, Esarca Apostolico in Italia, si è svolto il pellegrinaggio alla Madre di Dio di Pompei per chiedere la vittoria dell'Ucraina e la fine della guerra.
Il pellegrinaggio, al quale hanno partecipato più di mille pellegrini ucraini, è iniziato con una preghiera alla Santissima Madre di Dio e la benedizione dei pellegrini da parte del Vescovo Iryney Bilyk, Canonico della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, nella cappella di San Giuseppe Moscati, che è la chiesa della locale comunità ucraina.
Poi si è svolto un convegno dedicato al 150° anniversario dell'arrivo a Pompei del beato Bartolo Longo, fondatore del santuario. All'inizio dell'evento, il Rev. Don Ihor Stus, cappellano della comunità ucraina di Pompei, si è rivolto ai pellegrini con queste parole:
”Do il benvenuto a tutti voi a Pompei, dove la Santa Madre di Dio ha mostrato e continua a mostrare la sua forza e potenza in modo speciale. Oggi noi, figli di Maria, siamo venuti da lei per pregare vicino alla sua immagine miracolosa per i soldati ucraini, per ogni madre sofferente, per tutti i feriti”.
Mons. Pasquale Mocerino, rettore della basilica del santuario, si è unito alla preghiera del Rosario con gli ucraini, con la quale i fedeli hanno pregato anche per il completamento del processo di canonizzazione del beato Bartolo Longo.
Il culmine del pellegrinaggio è stata la Divina Liturgia, presieduta dal Vescovo Iriney. Erano concelebranti il Rev. P. Teodosio R. Hren, OSBM, Protosincello dell'Esarcato Apostolico, Don Ihor Stus, cappellano locale, il Protopresbitero del Distretto pastorale di Napoli e i sacerdoti venuti al luogo sacro insieme ai loro fedeli.
All'inizio della funzione, l'Arcivescovo Tommaso Caputo, Prelato Pontificio per il Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario a Pompei, si è rivolto agli ucraini con queste parole:
”Tutti noi ci rallegriamo del canto liturgico che ascoltiamo ogni volta dai nostri fratelli e sorelle della comunità ucraina di Pompei. Oggi è un giorno speciale e un pellegrinaggio, perché siete venuti ai piedi di Maria per chiedere grazie, tra cui speciale è il dono della pace”. Il relatore ha aggiunto che con l'inizio della guerra in Ucraina, il santuario ha accolto diverse madri ucraine con bambini.
Parole particolari ha espresso il Protosincello dell'Esarcato Apostolico Rev. P. Teodosio R. Hren, OSBM:
”Oggi ogni ucraino, compreso me stesso, ha una storia personale e molto dolorosa legata alla guerra che continua a distruggere il nostro paese sofferente. È con profonda tristezza che leggiamo e riceviamo notizie sui medici ucraini, i quali per salvare vite umane, eseguono operazioni senza luce elettrica e le persone con disabilità non possono usufruire dei servizi necessari, gli orfani sono costretti a vivere senza riscaldamento, i bambini non possono giocare con gli amici nei giardini vicino casa e studiare senza scendere più volte al giorno nei bunker antiaerei…”
Inoltre ha invitato a pensare a che tipo di pace cercano gli ucraini.
”Da diverse parti del mondo, a volte, si sentono voci che invitano gli ucraini ad arrendersi e riconciliarsi ad ogni costo. Ma il popolo ucraino pretende una pace giusta che non neghi l'esistenza dell'Ucraina e del suo popolo, il suo diritto di essere libero e di costruire la propria casa in stretta amicizia con tutte le nazioni”, ha sottolineato P. Teodosio.
Ha anche ricordato che gli ucraini in questi giorni ricordano le vittime di una delle più grandi tragedie del XX secolo: l'Holodomor, cioè "lo sterminio del popolo ucraino con la fame, compiuto dal regime comunista di Stalin nel 1932-1933".
Durante l'omelia il Vescovo Iriney Bilyk, riflettendo sulla Parola di Dio domenicale, ha sottolineato cosa bisogna fare per raggiungere la vita eterna.
”Bisogna amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze, con tutta la mente. E il prossimo come se stesso. Cristo spiega, usando l'esempio del comportamento del buon samaritano, come deve manifestarsi il nostro amore per il prossimo: vedere il bisognoso e aiutarlo, secondo le nostre possibilità e i suoi bisogni. Il nostro rapporto con il prossimo è una manifestazione del nostro amore per Dio”.
Secondo lui, gli italiani e le altre nazioni sono diventati ”buoni samaritani per il popolo ucraino” che hanno accolto migliaia di nostri profughi e inviato centinaia di tonnellate di aiuti umanitari ai bisognosi in Ucraina.
Al termine della celebrazione, a nome del Vescovo Dionisio Lachovicz, il Protosincello dell'Esarcato ha ringraziato tutti i sacerdoti che sono venuti con i loro fedeli “per pregare nella casa di Maria”. In modo speciale, parole di ringraziamento sono state rivolte al Vescovo Iryney per aver presieduto questo pellegrinaggio, così come a don Ihor Stus, il pastore locale, e ai fedeli della sua comunità per l’organizzazione del pellegrinaggio.
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Ufficio per le Comunicazioni dell'Esarcato Apostolico