Il Padre Protosincello durante la Via Crucis ad Ottaviano: “Che questa preghiera sia il nostro grido al Signore per la pace”

”Ricordando l'ingresso di Gesù Cristo nella città di Gerusalemme, momento storico in cui nostro Signore si accostò volontariamente al luogo della sua sofferenza e morte in croce per amore di ciascuno di noi, desideriamo testimoniare la nostra disponibilità a sostenere spiritualmente tutti coloro che soffrono oggi, in particolare a causa della brutale guerra che ha colpito ogni cittadino ucraino. Oggi i fedeli della Chiesa greco-cattolica ucraina, che vivono nel sud Italia nelle città di Nola, Ottaviano, Somma Vesuviana e Marigliano, desiderano unirsi nella preghiera della Via Crucis per chiedere al Signore il dono della pace per il nostro Paese, per sostenere con fervida preghiera i nostri difensori, che stanno a difesa della nostra terra e di ciascuno di noi, nonché per ricordare con una preghiera coloro che hanno dato la vita nella lotta contro l’aggressore”.

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Con queste parole il Protosincello dell'Esarcato Apostolico, Rev. P. Teodosio R. Hren, OSBM, si è rivolto ai partecipanti alla Via Crucia ad Ottaviano, domenica 2 aprile, su invito del sacerdote locale, Don Maksym Kolodchak. La processione con la salita del Vesuvio, attraverso i vari aspetti delle sofferenze di Cristo, è stata tematicamente dedicata al cammino dell'Ucraina, che nel corso della sua storia ha più volte vissuto tradimenti, rinunce e torture, in particolare durante l'occupazione sovietica, e ha visto numerosi esempi di abnegazione, a partire dalla lotta per la libertà dell'esercito insorto ucraino fino ai giorni nostri. Le riflessioni di 14 stazioni sulla passione di Gesù e dell'Ucraina si sono concluse con il canto della preghiera "Dio, grande, unico".

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In conclusione, padre Protosincello ha osservato: ”Durante la quarta stazione della Via Crucis, è apparsa ai nostri occhi l'immagine di Maria, che guardava suo Figlio, che portava la pesante croce; invece, alla tredicesima tappa, abbiamo meditato su quell'evento estremamente drammatico quando il corpo morto di Gesù viene deposto nelle mani della Vergine Immacolata. Oggi, quante madri ucraine si trovano di fronte alla vista dei loro figli feriti, figli prigionieri, figli che soffrono. Quante madri ucraine oggi hanno una spada di dolore che trafigge le loro anime quando sono costrette a tenere tra le braccia i corpi dei loro figli assassinati, dei loro cari e metterli nella tomba. Che la preghiera della Via Crucis di oggi sia il nostro grido al Signore per la pace, affinché Egli possa benedire le madri ucraine, aiutarle ad attraversare questa Via Crucis della loro vita personale, alleviare il dolore della loro perdita”.

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Ufficio per le Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico