”Il sacerdote accetta l'ordinazione come un solo corpo con la moglie, come uno che non si divide e non si spezza. Sua moglie diventa assistente nel suo sacerdozio e nel suo servizio alla Chiesa. Come sacerdote, attraverso l'ordinazione sacerdotale, diventa padre della parrocchia, sua moglie diventa madre della comunità ecclesiale. Il sacerdote è chiamato a testimoniare l'amore paterno di Dio, e la moglie l'amore materno. E così la famiglia sacerdotale è chiamata a diventare modello per le altre famiglie, amore paterno e materno di Dio”. Con queste parole durante Divina Liturgia, l'Esarca Apostolico Dionisio Lachovicz si è rivolto alle 15 moglie dei sacerdoti dell'Esarcato Apostolico, convenuti a Roma il 28-29 aprile per un incontro finalizzato alla conoscenza reciproca. Durante la Liturgia, insieme al Vescovo hanno concelebrato il Protosincello dell’Esarcato, Rev. P. Teodosio R. Hren, OSBM, e l’Adetto della Curia per i rapporti con le istituzioni ecclesiastiche, il notaio Mons. Andriy Maksymovych.
Il programma dell'incontro consisteva principalmente in riflessioni tenute dal Vescovo Dionisio e da mons. Andriy. Il tema delle considerazioni dell'Esarca Apostolico è stato dedicato alla missione del sacerdozio uxorato, nel contesto della natura del matrimonio e dell'amore, e in particolare del suo apice ”agape", l'amore sacrificale, su cui si fonda la famiglia cristiana. Secondo il relatore, “il matrimonio cristiano comprende anche altri due tipi di amore: “eros”, cioè amore tra un uomo e una donna, e “philia” cioè amore amichevole, ma senza “agape”, quando l'amore divino non è accettato e non c'è la disponibilità a donarlo agli altri e allora il matrimonio non può essere cristiano”.
”Quando una persona ha bisogno di qualcosa, l'altra persona non la lascia, non scappa, ma le va incontro. I precedenti due tipi di amore non hanno il potere dell'inseparabilità, perché sono egoisti per natura. Il matrimonio cristiano li eleva a un nuovo livello e li rende uno: la trinità dell'amore. Il Vangelo non svaluta il ruolo del corpo, come, ad esempio, le correnti filosofiche del platonismo, ma il cristianesimo eleva il valore del corpo a un livello superiore, quello dell'amore nobile”, ha osservato il Vescovo.
Ciò si rivela con significato ancora più profondo nelle famiglie sacerdotali. ”Quando durante le ordinazioni si ascolta la preghiera: "La grazia divina, che sempre guarisce gli infermi e ciò che manca loro, completa, pone con reverenza un diacono nel sacerdozio...", per la grazia dello Spirito Santo, il sacerdote diventa un padre, e sua moglie, essendo con lui un solo corpo, diventa la madre della comunità ecclesiale, una portatrice di mirra che porta una buona parola, sostegno, diventa madre nell'unità di una sposa con suo marito. Perciò, durante l'ordinazione di un sacerdote sposato, chiedo che anche la moglie si inginocchi e chieda che lo Spirito Santo scenda su di lei e la renda una vera madre della comunità”.
Il Vescovo ha anche ricordato le parole di Papa Benedetto XVI secondo cui il sacerdote non appartiene più a se stesso, è persona per gli altri dal momento dell'ordinazione, che è il momento del “passaggio di proprietà”, tolto a questo mondo e dato a Dio. “Anche la famiglia sacerdotale è devota a Dio, è una famiglia per gli altri”, ha sottolineato l'Esarca Apostolico.
Padre Andriy Maksymovych ha proseguito il pensiero del Vescovo in una prospettiva ecclesiologica, presentando due temi importanti: “L'esperienza del lavoro missionario familiare e le sfide dell'evangelizzazione nella Chiesa moderna” e “Il paradosso del clericalismo, patologia ecclesiale, secondo le riflessioni di Papa Francesco”.
Dopo le conferenze, i partecipanti hanno avuto l'opportunità di visitare i Giardini Vaticani. Al termine dell’incontro si è discusso dei prossimi incontri e dei progetti che saranno realizzati dalle mogli dei sacerdoti dell'Esarcato Apostolico.
Ufficio per le Comunicazioni dell'Esarcato Apostolico