L'Esarca Apostolico a Salerno: ”La vera fede in Gesù Cristo conduce alle opere che Gesù ha compiuto”

Il 14 maggio nella comunità ucraina di San Andrea a Salerno si è svolto un evento importante: nella chiesa dove i fedeli si riuniscono per la preghiera, sono state consacrate le icone dell'iconostasi. In questa occasione, l'Esarca Apostolico S.E. Dionisio Lachovicz ha visitato la comunità, ha celebrato la Divina Liturgia e ha consacrato le icone. Con il Vescovo hanno concelebrato Rev. Don Ivan Boryn, pastore della comunità, e Rev. Don Roman Kryvyy, cappellano degli ucraini nella città di Eboli.

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Nell’omelia, basata sul racconto evangelico della guarigione del cieco nato, il Vescovo ha riflettuto sul significato del Battesimo, grazie al quale una persona è illuminata dalla luce della fede. ”Il Vangelo sulla guarigione del cieco nato contiene proprio il simbolismo del battesimo e della fede. Come il cieco si lavò gli occhi nella piscina di Siloe e cominciò a vedere, così ciascuno di noi è stato lavato con l'acqua del Battesimo e ha visto la luce della fede”, così ha esordito il celebrante.

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Il Vescovo ha richiamato l'attenzione sul fatto che “il Signore apre gli occhi a un cieco e chiede la sua collaborazione per lavarsi nella piscina di Siloe”. Similmente, anche ora Dio ha bisogno della nostra collaborazione per accogliere la sua grazia e resistere al male: ”Nel rito del Sacramento del Battesimo, rispondiamo tre volte che rinunciamo al demonio e a tutte le sue opere, dopodiché seguono altre tre domande, se siamo uniti a Cristo? Cosa significa rinunciare al diavolo? Lo vediamo evidentemente ora nella guerra in Ucraina. Il demonio non porta luce, non guarisce, ma ferisce i sani, li rende ciechi, paralitici; uccide, ruba, mente, provoca varie disgrazie e tragedie per la nostra gente. Gesù, invece, è il medico delle anime e dei corpi. Corre semplicemente dove c'è bisogno, per cui ”i ciechi vedono e gli zoppi camminano; i lebbrosi sono purificati e i sordi odono; i morti risuscitano e ai poveri è annunziata la buona novella” (Mt 11,5).

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Rivestirsi di Cristo mediante il Battesimo ci spinge a diventare sempre più simili a Lui, imitando ciò che Gesù ha fatto e come è vissuto: ”E che cosa siamo chiamati a fare ora? Prima di tutto, non lasciare che il diavolo entri nel cuore. E, al contrario, accettare il Signore, il suo amore, la sua misericordia, la potenza di Dio, la luce del suo vangelo nel proprio cuore, e cooperare con Dio, per continuare la sua opera. Il campo del nostro lavoro è molto ampio. Mezza Ucraina è traumatizzata, paralizzata, un grande ospedale dove ogni giorno vediamo tanti funerali dei migliori del nostro popolo.

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Pertanto, ciascuno di noi, come Gesù Cristo, è chiamato ad essere medico di "anime e corpi", a guarire le ferite, a stare insieme, a sostenere, ad aiutare materialmente. Qui e ora per essere uniti a Cristo, per seguire il cammino di Gesù Cristo. Non litigare come i discepoli, non essere come i farisei che giudicano, non come i genitori del cieco nato che hanno paura di riconoscere colui che ha guarito il loro figlio, ma essere come quel figlio che dice: "Credo, Signore!" La vera fede in Gesù Cristo conduce alle opere compiute da Gesù: "Chi crede in me, le stesse opere che faccio io, le farà" (Giovanni 14, 12). Ecco perché il programma della nostra Chiesa è guarire le ferite. Siamo tutti chiamati ad essere medici”, così ha concluso il predicatore.

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Al termine della funzione, don Ivan ha ringraziato il Vescovo per la visita e la parola istruttiva: ”Vogliamo ringraziare Lei, Eccellenza Reverendissima, per la sua presenza, la benedizione delle icone, la preghiera e la parola paterna. Il Signore misericordioso Le conceda lunghi anni di vita in buona salute per lavorare nella vigna di Cristo per il bene e la salvezza delle anime umane”.

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Successivamente, è iniziato un concerto in occasione della Festa della Mamma, con la partecipazione dei bambini della Scuola Catechistica dell'Intercessione della Madre di Dio e del coro della chiesa, durante il quale ogni donna ha ricevuto in dono una rosa. Inoltre, tre bambini della scuola di catechesi hanno ricevuto lettere di ringraziamento dai soldati delle Forze Armate dell'Ucraina per l'assistenza fornita loro.

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Segnalato da don Ivan Boryn