10 anni della parrocchia della Santissima Trinità per gli Ucraini nella città di Caserta

Il 21 maggio, nella città di Caserta, l'Esarca Apostolico, il Vescovo Dionisio Lachovicz, ha celebrato la Divina Liturgia di ringraziamento in occasione del 10° anniversario della fondazione di una Parrocchia personale per gli ucraini nella Diocesi di Caserta.

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L'8 luglio 2013 il Vescovo di Caserta, Mons. Pietro Farina, firmò il decreto secondo il quale la comunità ecclesiale ucraina di Caserta ottenne lo status di parrocchia personale. Il 4 gennaio 2016 la parrocchia fu ufficialmente riconosciuta a livello statale. Il ministro dell'Interno della Repubblica italiana, Angelino Alfano, firmò il decreto in base al quale concesse lo status di persona giuridica alla parrocchia ucraina di Caserta. 

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Domenica mattina, prima della Liturgia, il Vescovo Dionisio Lachovicz insieme al parroco locale Rev. Don Igor Danylchuk hanno visitato la cripta della cattedrale di Caserta, dove hanno pregato per il fondatore della parrocchia, Mons. Pietro Farina, di beata memoria. 

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Alla celebrazione hanno partecipato anche Mons. Antonio Pasquariello, che fu il promotore della fondazione della parrocchia e il Vicario Generale. 

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Con i saluti e gli auguri di pace e prosperità al popolo ucraino ha visitato la parrocchia Mons. Pietro Lagnese, Vescovo di Caserta. Erano presenti anche: il Protopresbitero del Distretto pastorale di Napoli Rev. Don Ihor Stus, il sacerdote della comunità di Aversa Rev. Don Ihor Horishnyy, e il capellano per gli ucraini di Capua Rev. Don Maryan Lemchuk.

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Speciali parole di ringraziamento sono state rivolte al Rev. P. Claudio Nutrito, parroco della parrocchia italiana di San Antonio di Padova, che in tutti questi anni ha ospitato i fedeli ucraini nella chiesa.

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Nella sua omelia, il Vescovo Dionisio si è congratulato con don Igor e con i parrocchiani: ”Mi congratulo vivamente con voi, mi congratulo con don Igor, ringrazio tutti i sacerdoti per la loro fratellanza, per aver preso parte alla celebrazione della vostra comunità e per sostenersi a vicenda”.

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Il Vescovo ha sottolineato che questa domenica (che precede la Pentecoste) è chiamata la domenica dei Santi Padri del Primo Concilio Ecumenico tenutosi a Nicea nel 325. In questo Concilio fu condannata l'eresia ariana, che negava la divinità di Gesù Cristo. 

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Il celebrante ha sottolineato che dall'Ascensione alla Pentecoste, celebriamo il Decennio Missionario, che ci ricorda la chiamata a continuare le opere di Gesù Cristo nel mondo. ”Il primo grande missionario fu Gesù Cristo. Dio Padre lo manda in questo mondo per restaurarlo di nuovo, affinché il Paradiso, che era perduto, non sia solo un ricordo, ma una speranza. Questo è l'obiettivo a cui tutti dobbiamo aspirare. Gesù è stato inviato da Dio Padre per restaurare il Paradiso perduto, si sente un messaggero, ascolta costantemente Dio Padre. Dice: "Il mio cibo è fare la volontà di Dio Padre che mi ha mandato". Scende sulla terra, si incarna nel grembo della Vergine Maria, dove si unisce all'uomo per sempre. Gesù vive con noi e dice che il Figlio dell'Uomo deve patire, morire e risorgere per far risorgere l'uomo al Cielo. Quando Gesù Cristo ascende al Cielo, porta con sé l'uomo, la sua natura umana. Ecco perché l'umanità è salva”.

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Secondo il Vescovo, per compiere le opere di Dio bisogna rinunciare al male ed essere uniti al Signore. ”Sta solo a noi connetterci con Cristo. Ecco perché al Battesimo si pongono due domande. 

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Primo: rinunci a Satana e a tutte le sue opere? Chi è Satana? Satana non può dire la verità: mente. Satana non può dare la vita: uccide. Satana non può costruire: distrugge. Satana non può portare la luce come Cristo: è l'oscurità. Satana non può riscaldare il cuore: ha freddo. Ecco perché dobbiamo rinunciare alle opere di Satana.

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La seconda domanda: sei unito a Cristo? Ci uniamo a Cristo, quindi facciamo le opere di Gesù Cristo. Egli purifica i lebbrosi, scaccia i demoni, guarisce gli zoppi, risuscita i morti. La grazia di Dio è in mezzo a noi perché opere vive di Gesù Cristo.

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Gesù Cristo è asceso al Cielo, ma ha mandato lo Spirito Santo, che ci guida, ci ammaestra, ci consola. Spirito consolatore. Lo Spirito Santo ci parla a nome di Dio Padre, ci porta l'amore di Dio Padre. Continua l'opera di Gesù Cristo, la sua opera missionaria.

Il Signore ci dona lo Spirito Santo per essere missionari. Dobbiamo rendere testimonianza a Dio Padre attraverso le opere di Gesù Cristo. Dobbiamo andare in Paradiso finché Dio Padre non dice: vieni figlio mio o figlia mia nel Regno preparato per te dall'inizio dei tempi. Siamo chiamati ad essere missionari. Questa è esattamente la missione che abbiamo oggi. Solo unendoci a Dio avremo la vita eterna”.

Ufficio per le Comunicazioni dell'Esarcato Apostolico