Rappresentanti dell'Esarcato hanno partecipato al Primo raduno regionale dei sacerdoti stranieri nel Lazio

 

”Un presbiterio multietnico è ricchezza culturale e spirituale per la comunità che lo accoglie, per la Chiesa e per la società”. 190 su 227 diocesi italiane hanno sacerdoti provenienti da altri Paesi. Sacerdoti e religiosi che provengono dai Paesi dell'Europa, dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina sono ”una risorsa, un grande potenziale per l’evangelizzazione, una ricchezza pastorale per la Chiesa in Italia”. Lo ha detto Mons. Vincenzo Viva, presidente di ”Missio Lazio”, aprendo i lavori del primo incontro regionale degli oltre 200 sacerdoti non italiani nel Lazio, svoltosi il 2 ottobre nell'Aula Magna del Pontificio Collegio Urbano a Roma.

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Il programma dell'evento, organizzato dal Dipartimento “Missio” della Conferenza Episcopale Italiana, ha previsto gli interventi di specialisti nel campo del servizio missionario, tra cui: Mons. Vincenzo Viva, Vescovo della Diocesi di Albano e Presidente di “Missio Lazio", don Federico Tartaglia, direttore di “Missio” della Diocesi di Porto Santa Rufina, don Denis Malonda, direttore di “Missio” della Diocesi di Tivoli, don Giulio Albanese, Direttore di “Missio” della Diocesi di Roma.

La fase successiva del programma prevedeva il lavoro dei sacerdoti in 12 gruppi, nei quali sono state scambiate opinioni, esperienze e storie personali.

Dell'Esarcato Apostolico hanno preso parte all’incontro: don Rostyslav Hadada, Direttore dell'Ufficio per le Comunicazioni e don Dmytro Kudin, vice-rettore della Basilica di Santa Sofia.

Ufficio per le Comunicazioni dell'Esarcato Apostolico,
Fonte: Popoli e Missione