Il giorno della festa dell'Epifania nella Cattedrale si sono svolte le funzioni liturgiche festive

Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania-Theofania, nella Cattedrale dell'Esarcato Apostolico si è celebrata la Divina Liturgia e la Benedizione dell’acqua, presiedute dall'Esarca Apostolico S. E. Dionisio Lachovicz. Insieme al Vescovo hanno concelebrato il Protosincello dell'Esarcato Rev. P. Teodosio R. Hren, OSBM, il Rev. P. Ivan Kiselyuk, il Rev. P. Ivan Lega e il Diacono Svyatoslav Makar.

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Durante l’omelia, S. E. Dionisio ha richiamato l'attenzione dei parrocchiani sul significato spirituale della benedizione dell'acqua, che deve ricordare ai cristiani la necessità di ”seppellire nell'acqua la persona vecchia ed egoista, affinché una persona nuova, aperta, che sente dire che ha un Padre nei cieli uscirà dall'acqua e dallo Spirito come nuova di Dio e avrà fratelli e sorelle attorno a sé”. Secondo il Vescovo, possiamo constatarlo leggendo la descrizione evangelica del Battesimo di Gesù nel Giordano, durante il quale "il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in forma di colomba e una voce venne dall'alto: "Questo è il mio diletto Figlio". "Cielo e terra si uniscono, l'uomo torna a parlare con Dio. Viene restaurata la filiazione che si era perduta con il peccato degli antenati. Inizia una nuova tappa nella storia dell'umanità".

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L'Esarca Apostolico ha ricordato anche che il Battesimo di Cristo è direttamente correlato al nostro Battesimo. Attraverso l'immersione nell'acqua, la persona vecchia annega e ne nasce una nuova. Il Battesimo è un'introduzione al sacramento della vita, morte e risurrezione di Gesù Cristo.

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”Il Battesimo ci rende figli amati di Dio, ci dà il diritto di chiamare Dio nostro Padre e nello Spirito Santo di chiamare "Abbà! Padre!" e pregare "Padre nostro"; diventiamo figli del Padre (cfr Gal 4,5). Ogni battezzato diventa tempio dello Spirito Santo. Nel Battesimo nascerà una comunità - la Chiesa -, perché il battezzato non vive più per se stesso, ma per Dio e il prossimo. Lui "chiede" e condivide la sua fede con altri cristiani”.

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Pertanto, per un tale cambiamento è necessaria una vera conversione, non basta osservare superficialmente qualche rito o tradizione, come purtroppo spesso avviene tra i cristiani. ”Molte persone vengono oggi a prendere l'acqua santa, ma dimenticano che è un simbolo di vita e di morte. Possiamo anche fare il bagno nell'acqua santa, ma se non vogliamo affogare il nostro egoismo, allora bagnarci non servirà a nulla.

L'acqua simboleggia la morte del vecchio e la nascita di un uomo nuovo, capace di credere e amare Dio e il suo prossimo, oltre a onorare tutte le creature. L'acqua non ha di per sé un potere magico, ma è un simbolo di nascita a una nuova vita. Pertanto, se la nostra fede in Dio è morta, l’acqua santa non ci aiuterà” ha concluso il Vescovo.

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Al termine della celebrazione, i fedeli hanno preso parte al Rito della Benedizione dell'Acqua.

 

Ufficio per le Comunicazioni dell'Esarcato Apostolico