Il grazie di un popolo alla paternità del Papa
L’incontro è avvenuto nella Biblioteca privata del palazzo apostolico e successivamente, in una nota-testimonianza simile a quelle che da più di otto mesi ogni giorno invia al mondo, l’arcivescovo maggiore di Kiev-Halic ha riferito dell’udienza, ribadendo di aver ringraziato il Papa per tutto ciò che è stato fatto per fermare la guerra e mediare la pace, liberare gli ostaggi e prigionieri, nonché di aver ricevuto rassicurazione che il Papa non smette di essere vicino al popolo ucraino in preghiera e azione.
Il dono, un pezzo di mina
Da parte sua monsignor Shevchuk ha portato in dono a Francesco il frammento di una mina russa che lo scorso marzo ha distrutto la facciata dell’edificio della chiesa greco-cattolica ucraina nella città di Irpin’. Un pezzo di mina, si legge nella nota, che “si estraggono dai corpi di militari, civili e bambini ucraini, segno visibile della distruzione e della morte che ogni giorno porta la guerra”.
Il Papa, si legge nella nota diffusa dal Segretariato dell’Arcivescovo Maggiore a Roma, ha assicurato l’impegno della Santa Sede per la pace e ha incoraggiato la Chiesa del Paese est europeo a essere accanto alla popolazione. Un impegno che il presule ucraino ha evidenziato con grande intensità, raccontando a Francesco ciò che ha visto visitando i territori più colpiti dalla guerra. “Ho raccontato al Papa - si legge nella nota - del servizio dei nostri vescovi, sacerdoti, monaci e monache nei territori attualmente occupati (...) Ho spiegato che ogni nostra cattedrale, chiesa e monastero sono diventati centri di rifugio, accoglienza e servizio umanitario”. Un lavoro strutturato in un piano pastorale per il 2023, anche questo presentato al Papa che contempla il servizio ai deboli e agli sfollati.
Fonte: Vatican News