Martedì 28 marzo si è svolta una giornata di ritiro spirituale per i sacerdoti dell'Esarcato Apostolico. Lo ha guidato don Ivan Sichkaryk, docente presso il Seminario teologico di Ternopil, primo dottore in teologia biblica dall’Ucraina, il quale ha difeso la sua tesi di dottorato presso la Pontificia Università Gregoriana nel 2010.
Dopo la preghiera iniziale, l'Esarca Apostolico Dionisio Lachovicz ha introdotto don Ivan, sottolineando la sua attività scientifica, didattica e pastorale e ringraziandolo per le meditazioni spirituali che ha preparato per i sacerdoti dell'Esarcato. A sua volta, don Ivan ha espresso la sua gratitudine all'Esarcato Apostolico per i significativi aiuti umanitari a favore dei bisognosi che durante la guerra sono pervenuti alla Caritas dell'Arcieparchia di Ternopil-Zboriv dalle comunità ucraine in Italia.
Due meditazioni proposte per il ritiro sono state dedicate all'importanza della lettura della parola di Dio nella vita spirituale del sacerdote. “Soprattutto nell'attuale difficile tempo di guerra, il sacerdote dovrebbe essere riempito della Parola di Dio per condividerla con gli altri, perché la Parola di Dio è efficace, ha un effetto terapeutico”, ha sottolineato il sacerdote.
”Le Sacre Scritture sono, per così dire, il 'telefono di Dio' per la comunicazione, e la via attraverso la quale Dio dà istruzioni per la nostra vita e ci guida”. Don Ivan ha ricordato che il sacerdote è chiamato a coltivare due modalità di lettura della Parola di Dio, quella comunitaria e quella individuale. ”La Bibbia è preziosa per noi, contiene l'esperienza di tutta l'umanità, la sapienza di Dio, la sapienza delle generazioni, scritta sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, perciò è fonte di risposte alle domande fondamentali dell’uomo”. Allo stesso tempo, ”non possiamo leggere le Sacre Scritture come una normale fonte di informazioni, come finzione, dobbiamo pregarla”.
Il punto di partenza nella lettura orante della Parola di Dio è ”Dabar” - ”parola viva attraverso la quale Dio parla e allo stesso tempo agisce”, quindi, durante la lettura, ”non solo percepiamo la parola come informazione, ma mediante questa parola Dio ci guarisce, effondendo la sua grazia. Questo incoraggia una persona ad accettarlo e viverlo quotidianamente e a sua volta, è un forte aiuto per superare varie prove e tentazioni sul cammino della vita cristiana”.
Ufficio per le Comunicazioni dell’Esarcato Apostolico